La posizione della UE sulle norme relative al gioco d’azzardo

Il gioco d’azzardo è sempre un argomento scottante dal punto di vista legislativo. Attualmente vi è un grande fermento in campo normativo, visto che è necessario che alcune regole siano fissate in modo più chiaro. Un argomento di cui si discute molto sono quelle forme che non si possono definire in toto gioco d’azzardo, ma che per altri versi vi possono essere equiparate. Per capire quanto importante e pressante sia questa discussione, basti sapere che in questi giorni ben due interrogazioni sono state presentate al Parlamento Europeo per sollecitare tale organismo a dare il suo parere. Per i Paesi che fanno parte della Unione Europea, infatti, è importante sapere quale sia la posizione di questa realtà sovranazionale rispetto a quelle che sono le norme locali.

L’interrogazione dell’europarlamentare Sira Rego

Il primo intervento di cui stiamo parlando è stato fatto da una europarlamentare spagnola che appartiene al partito Left, Sira Rego. La Rego ha portato all’attenzione degli altri europarlamentari la situazione concernente il gioco d’azzardo della Comunità Autonoma di Madrid. Stando alle parole della Rego, qui il tasso di dipendenza dal gioco di persone minorenni è molto elevato. Oltre il 35% dei giocatori inizia a dedicarsi a questa attività ancora prima di aver compiuto la maggiore età. Premesso questo, la Rego ha parlato della bozza di un nuovo decreto che, sempre all’interno della Comunità Autonoma di Madrid, dovrebbe servire a regolamentare l’apertura dei nuovi luoghi fisici in cui praticare il gioco d’azzardo. Per queste strutture è stata prevista una distanza minima di 100 metri dalle scuole (uno di quelli che anche in Italia sono considerati “luoghi sensibili”) e di 300 metri da altre sale da gioco. Però tali regole non andrebbero ad applicarsi a sale già esistenti.

La Rego si appella dunque alla raccomandazione 2014/478, adottata dalla Commissione Europea in merito alla protezione dei consumatori rispetto al gioco d’azzardo, e in particolar modo alla necessità di tutelare i minori. In questa raccomandazione (che non ha valore di legge vincolante) si chiede solo agli stati membri della Comunità di garantire la massima tutela dei giocatori anche rispetto alla pubblicità e alle sponsorizzazioni legate al gioco d’azzardo. L’europarlamentare Rego ha quindi chiesto un parere, alla luce di tale raccomandazione, sulla situazione madrilena.

L’interrogazione dell’europarlamentare Marco Zanni

L’altro europarlamentare che ha deciso di aprire un’interrogazione sul gioco d’azzardo è italiano: si tratta di Marco Zanni della Lega, che ha messo in evidenza un comportamento a suo avviso anomalo tenuto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato. ADM è l’ente preposto a controllare e regolamentare tutto il comparto del gioco d’azzardo nel nostro Paese, e di recente ha imposto il sequestro di 3 sale LAN. La motivazione addotta è stata quella delle violazione delle norme che riguardano le macchinette VLT. L’obiezione sollevata da Zanni è che gli apparecchi usati nelle sale LAN non si possono in nessun modo equiparare alle VLT.

Le sale LAN sono luoghi in cui si trovano apparecchi informatici di ultimissima generazione, che gli utenti possono usare per dare vita a  tornei di e-sports. Questo fenomeno è esploso negli ultimi tempi un po’ in tutto il mondo, e anche in Italia. Se da altre fonti sono state sollevate parecchie perplessità, facendo sorgere il dubbio che le sale LAN debbano, di fatto, equipararsi alle sale in cui si pratica gioco d’azzardo, per Zanni le cose stanno diversamente. Secondo l’europarlamentare, infatti, le sale LAN sono invece luoghi di aggregazione che non dovrebbero essere penalizzati con quello che, di fatto, lui identifica come un errore di valutazione da parte di ADM. 

Il punto, però, è che non esistono ancora normative specifiche sugli e-sports e le sale LAN in Italia mentre esistono, ad esempio, in Francia, dove si fa una distinzione netta tra queste realtà e il gioco d’azzardo tout court. Di fronte a questo vuoto normativo, quindi Zanni, al pari del suo collega spagnolo, ha chiesto un intervento della Commissione UE per il mercato interno.

La riposta di Thierry Breton, Commissario Europeo per il Mercato Interno

La risposta cercata dai due europarlamentari è arrivata da Thierry Breton, che è il Commissario Europeo per il Mercato Interno, ed è stata chiara per quanto, immaginiamo, poco soddisfacente per chi aveva posto i quesiti di cui sopra. Breton ha solo ricordato che a livello di Comunità Europea non esistono delle leggi che affrontano in modo diretto e specifico questi due argomenti, ovvero il gioco d’azzardo in generale e più nello specifico le dipendenze che può causare. Ergo, ogni stato membro è del tutto libero di legiferare in merito come meglio crede, e  gli organi comunitari non sono tenuti in nessuna maniera ad interferire o sovrapporsi alle decisioni prese a livello nazionale. Naturalmente, questo fintantoché non si violino altre leggi della UE, ad esempio i Trattati sul mercato interno.

Breton poi ha dedicato qualche parola in più a quelli che ha definito “servizi online”, ricordando che esistono norme sul commercio elettronico ma che il gioco d’azzardo virtuale non viene incluso in questa definizione. Inoltre, ha detto chiaramente che la Commissione al momento non ha neppure in programma di occuparsi dell’argomento. Per quanto riguarda nello specifico l’interrogazione di Zanni, Breton ha semplicemente affermato che la Commissione non possiede gli strumenti per decidere se ADM abbia agito bene o male, in quanto le sue azioni fanno riferimento a leggi interne dell’Italia.

La conclusione è che la Comunità Europea non ha intenzione di entrare nel merito del gioco d’azzardo per quel che riguarda il modo in cui deve essere normato a livello nazionale. Per il momento resta in vigore solo qualche generica “raccomandazione” che però fornisce ben poco aiuto quando si ha a che fare con una materia sempre più vasta e variegata quale è quella che riguarda il gioco real money.