Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport: pubblicità cruciale per calcio italiano

Cristina Marziali 22/01/2024
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ivan-zazzaroniSecondo Ivan Zazzaroni, il direttore del Corriere dello Sport, la necessità vitale di recuperare risorse nel calcio italiano richiede un impegno nel settore delle scommesse, cercando di persuadere l’Esecutivo a modificare il Decreto Dignità. Nella sua dichiarazione riportata da Dagospia, Zazzaroni sottolinea che il ritorno della pubblicità per le scommesse regolamentate è essenziale. La lotta prioritaria e significativa, secondo lui, consiste nell’affrontare l’illegalità che ha causato danni considerevoli, spingendo i giocatori a perseguire vincite fuori controllo e minando la regolarità dei campionati.

Il Decreto Dignità e il divieto di pubblicità sul gioco online 

Con l’obiettivo di intensificare la lotta contro la dipendenza da gioco d’azzardo, l’articolo 9 del Decreto Dignità, emanato il 12 luglio 2018, ha imposto un netto divieto di qualsiasi forma di promozione legata a giochi o scommesse con vincite in denaro. Questo divieto, che coinvolge ogni possibile mezzo di diffusione, compresi eventi sportivi, trasmissioni televisive, stampa e piattaforme digitali, è esteso al committente, al proprietario del mezzo o sito di diffusione, nonché all’organizzatore di eventi. La motivazione di tale divieto si concentra sulla lotta contro la ludopatia e sulla salvaguardia dei consumatori e giocatori, in particolare quelli considerati vulnerabili, come giocatori patologici, minori e anziani.

L’Autorità, tramite la deliberazione n. 132/19/CONS, ha emanato linee guida specifiche al fine di armonizzare le nuove disposizioni del Decreto Dignità con la precedente normativa di settore e con i principi costituzionali e dell’Unione europea. Queste linee guida forniscono chiarimenti interpretativi riguardo agli ambiti di applicazione oggettivo, soggettivo e territoriale dell’articolo 9. L’Autorità ha pubblicato delle linee guida, la n. 132/19/CONS, per spiegare le nuove regole del Decreto Dignità. Queste linee guida cercano di far combaciare le nuove regole con quelle vecchie e con i principi della Costituzione e dell’Unione europea. Vengono qui offerte spiegazioni su dove si applicano queste regole e a chi. Inoltre, il 24 luglio 2019, l’Autorità ha mandato al Governo italiano una segnalazione dettagliata, sottolineando problemi e dubbi che hanno riscontrato, usando anche i risultati di una consultazione fatta dall’Autorità stessa per rendere la normativa più efficace.

Gli effetti sul mondo del calcio dopo il Decreto Dignità

Il panorama delle scommesse è stato radicalmente trasformato dal Decreto Dignità, che ha vietato qualsiasi tipo di pubblicità legata a giochi o scommesse con premi in denaro. Chiunque trasgredisca le disposizioni, inclusi committenti, proprietari di mezzi o siti di diffusione, e organizzatori di eventi, rischia sanzioni pecuniarie significative.

L’impatto delle nuove norme si riflette in una perdita stimata di circa 60 milioni di euro in ricavi pubblicitari per il settore audiovisivo, secondo le stime di Confindustria Radio Tv. Queste misure hanno conseguenze negative su diversi settori, compromettendo la competitività delle aziende italiane e generando possibili ripercussioni occupazionali nella filiera delle scommesse. Il divieto influisce anche sulle sponsorizzazioni delle società di scommesse, una fonte rilevante di guadagno per i club calcistici di alto livello in Europa. Secondo le segnalazioni dell’Agcom al Governo, per il calcio italiano le perdite annuali sarebbero di circa 100 milioni di euro. La Lega Serie A ovviamente ha sempre criticato le norme, che vietano anche citazioni acustiche e sovraimpressioni di marchi durante gli eventi sportivi. Statistiche riportate dal World Football Report e dal Report Calcio 2019 indicano che le aziende del settore del betting hanno investito notevoli somme per sponsorizzare club delle principali Leghe europee. Ad esempio, la Roma ha rinunciato a 15,5 milioni di euro, mentre la Lazio ha spostato un budget da 4,5 milioni all’estero. In Spagna, diverse squadre hanno legami con marchi di scommesse, ma alcune emittenti regionali hanno preso misure per proteggere i vulnerabili, ritirando pubblicità legate al gioco d’azzardo. Nel Regno Unito, lo sponsor Betway contribuisce con oltre 10 milioni di sterline annue al West Ham.

Ma è servito davvero a contrastare le scommesse online? 

Sull’efficacia del Decreto direttamente sulle scommesse ha dato la sua opinione Andrea Alemanno, che lavora per Ipsos Italia e insegna all’Università Bicocca di Milano, in una intervista alla Gazzetta dello Sport. Alemanno afferma che impedire la comunicazione e la pubblicità sul gioco abbia avuto effetti negativi al contrario di quanto ci si aspettasse, facendo aumentare le persone che giocano illegalmente. Alemanno ritiene che è importante comunicare bene per capire la differenza tra gioco legale e illegale. Le squadre di calcio stanno perdendo sponsorizzazioni a causa di queste regole e il professore suggerisce che una soluzione potrebbe essere trovare modi diversi per guadagnare soldi, come è successo con la pubblicità delle sigarette nella Formula 1. Alemanno è preoccupato che non ci sia abbastanza discussione sulla questione e propone invece di usare loghi chiari per identificare i siti di casino online legali, controlli pubblici e un codice di autodisciplina per coinvolgere tutti i giocatori, anche quelli ricchi come i calciatori. Infine, Alemanno dice che prestare più attenzione individualmente e coinvolgere tutte le persone interessate potrebbe aiutare a gestire il problema delle persone dipendenti dal gioco.

Esplorare le implicazioni e le decisioni controverse

L’importanza delle scommesse sportive, principalmente legate al calcio, costituisce un aspetto rilevante da considerare. Secondo le dichiarazioni fornite da Zazzaroni, appare paradossale che al calcio venga vietato l’accesso a una parte significativa del denaro generato. L’ipotetica decisione delle squadre di Serie A, Serie B e Lega Pro di interrompere le attività è stata menzionata come possibile conseguenza. In merito al Decreto Crescita, è stato affermato che avrebbero avuto l’opportunità di correggerlo, ma hanno scelto di eliminarlo completamente. Nonostante le considerazioni sull’abolizione del vantaggio fiscale “indiscriminato” decisa dal Governo, l’oratore continua a preferire questa opzione. Le ragioni di tale preferenza sono state spiegate ripetutamente, focalizzandosi in particolare sugli effetti dell’eliminazione della tassazione agevolata per coloro che arrivano dall’estero. Tale decisione sembra già influenzare i club italiani, spingendoli a concentrarsi maggiormente sul territorio nazionale, sui giovani e sugli adulti, facilitando anche la circolazione del denaro all’interno del sistema.

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CMarziali / Cristina Marziali