Dati Libro Blu 2021: online in crescita, gioco fisico in ripresa

Cristina Marziali 31/10/2022
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In questi giorni l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato ha pubblicato il Libro Blu 2021. Questo documento viene emesso ogni anno per rendicontare l’anno precedente dal punto di vista dell’Agenzia, andando quindi a raccogliere i dati relativi ai vari settori di cui si occupa. Tra questi, quindi, vi è anche il comparto del gioco d’azzardo che in questa occasione costituisce un focus di particolare interesse. Questo perchè il 2020 e il 2021 non sono stati anni come tutti gli altri. Il 2020 è stato caratterizzato dalle vicende legate alla pandemia di Covid-19, in particolar modo dai lockdown e dalle chiusure seguite ad essa. Il 2021 ha portato con sé gli strascichi di quella situazione, almeno per i primi mesi dell’anno, salvo poi vedere un lento ma progressivo ritorno alla normalità.

Si capisce come le chiusure abbiano comportato dei notevoli cambiamenti nelle abitudini degli italiani. Costretti a stare in casa e a spostarsi il meno possibile, impossibilitati a recarsi in luoghi fisici per praticare le attività consuete, le persone si sono rivolte sempre più al web, all’inizio ob torto collo e poi con sempre maggiore dimestichezza. Se questo discorso vale per il lavoro, la scuola e altri comparti, vale anche per il gioco d’azzardo. E i dati del Libro Blu 2021 lo dimostrano.

I dati del Libro Blu 2021 sul gioco d’azzardo

Per trovare la sezione relativa al gioco d’azzardo ci si deve recare a pagina 21 del Libro Blu, dove si trovano alcuni grafici semplici nel loro aspetto ma estremamente significativi. Il primo è generale e mette a confronto i dati relativi a raccolta, vincite, spesa e erario. La raccolta è il volume complessivo di denaro giocato d’azzardo; le vincite sono appunto le somme che ritornano ai giocatori sotto forma di premi vinti; la spesa è quel che resta tra la raccolta e le vincite e infine l’erario sono gli introiti derivanti allo Stato. Rispetto ai primi due valori, la raccolta e le vincite, si nota un andamento “a farfalla”. I valori del 2020 sono inferiori sia a quelli del 2019 che a quelli del 2021, anche se la ripresa sembra più netta della discesa. Si tratta in pratica di quella “V-shaped recovery”, un grafico che assume la forma di una V, della quale si parlava all’inizio della pandemia per indicare come la crisi fosse transitoria e il recupero sarebbe stato immediato. La raccolta è scesa tra il 2019 e il 2020 del 20,11%, ma è risalita tra il 2020 e il 2021 del 25,98%. Lo stesso dicasi per le vincite, scese del 17,29% tra 2019 e 2020 ma salite del 27,06% tra il 2020 e il 2021.

Di contro, si nota come l’andamento di spesa ed erario sia meno netto. Infatti in questi due ambiti la discesa tra il 2019 e il 2020 è stata vertiginosa (rispettivamente del 33,30 e del 36,25%). Invece la ripresa non è stata altrettanto trionfale (+19,60 e +16,20%). Questo può sembrare curioso, perché teoricamente i valori della spesa e dell’erario dovrebbero essere correlati a quelli di raccolta e vincite. Se così non è, è perchè evidentemente i giocatori sono riusciti a vincere di più senza però mutare le proprie abitudini in merito alle cifre investite. Questo si spiega solo leggendo la tabella che segue, che dimostra come il gioco online sia notevolmente cresciuto rispetto a quello fisico in questo arco di tempo.

Gioco fisico e gioco online

Il secondo grafico confronta la raccolta del 2019, del 2020 e del 2021. Per raccolta, lo ricordiamo, si intende il volume complessivo delle cifre investite dai giocatori. Nel grafico sono presenti due linee: una rappresenta il gioco fisico e l’altro il gioco online. Ad una prima occhiata, anche senza leggere i numeri, è già facile interpretare quello che è accaduto. Si nota subito come il gioco fisico abbia avuto un netto calo tra il 2019 e il 2020 (da oltre 74 miliardi di euro a poco più di 39) per poi registrare una lieve risalita nel 2021 (44 miliardi). Il grafico relativo al gioco online invece è una linea retta diretta verso l’alto. La crescita è stata costante dal 2019 al 2021 (da 36 a 49 miliardi), ma più decisa tra il 2020 e il 2021 (da 49 ad oltre 67 miliardi).

grafico-2-libro-blu-2021

Interpretare tali numeri è fin troppo facile. Abbiamo già ricordato come il 2020 sia stato caratterizzato da molte chiusure: ecco spiegato con facilità il drastico calo nei dati del gioco fisico. Meno facile però spiegare come mai l’online non abbia interrotto la sua crescita nel 2021, viste le riaperture. Si può pensare che in qualche modo la pandemia e quel che ne è conseguito abbia mutato le abitudini dei giocatori italiani. Una volta acquisita dimestichezza con il mezzo informatico e con i sistemi del gioco virtuale, molti hanno deciso di non tornare indietro e si sono fidelizzati con gli operatori online. Prima di tirare questa conclusione, però, va evidenziato un altro aspetto.

Conclusioni possibili

Il 2021 ha visto le riaperture non dall’inizio: 5 mesi dell’anno sono stati caratterizzati ancora da restrizioni che rendevano comunque difficili spostamenti e frequentazione dei luoghi pubblici. Ciò vuol dire che non è possibile individuare un trend inequivocabile. Se è lecito ipotizzare che il gioco virtuale possa essere diventato una valida alternativa per i giocatori italiani, non è ancora possibile dire se abbia soppiantato del tutto il gioco fisico. Per quanto ci siano diversi fattori che potrebbero far propendere per il primo, piuttosto che per il secondo, chiusure o no.

Il primo fattore si rintraccia nel primo grafico di cui abbiamo parlato. Abbiamo verificato come, pur con raccolta e vincite aumentate, la spesa sia rimasta pressoché invariata. Abbiamo anticipato che gli italiani hanno vinto di più, senza però spendere di più. Questo perchè i giochi online possiedono di norma un RTP (Return To Player) più elevato dei giochi fisici. Pensiamo soprattutto alle slot machine, che nel mondo virtuale non hanno mai ritorno inferiore al 90%. Quindi, fermo restando che il gioco d’azzardo è imprevedibile, quello online comunque è più conveniente rispetto alle AWP e le VLT (le slot da bar) che hanno un ritorno massimo intorno al 70%. Un bel 20% che fa tutta la differenza del mondo per i giocatori.

Altri fattori sono meno evidenti ma non meno importanti. Il gioco online è più sicuro, in quanto fornisce ai giocatori molti più strumenti per mettersi al riparo da eventuali dipendenze. Pensiamo a esempio ai limiti giornalieri di spesa, o all’autoesclusione, che rende impossibile giocare su qualunque casinò online legale. Il sistema online è infatti centralizzato e non permette aprire un conto di gioco su nessun operatore ADM una volta che si è effettuata l’autoesclusione. Al contrario si verifica un’impossibilità di autoesclusione nel gioco fisico. E anche la legalità è maggiormente garantita dai casinò virtuali, dove eventuali infiltrazioni malavitose sono pressoché impossibili, visto che gli operatori sono tutti certificati. Resta da vedere se tutto questo basterà a garantire i dati del 2021 anche per il 2022.

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CMarziali / Cristina Marziali