Preoccupazione per l’aumento del gioco d’azzardo illegale nel Regno Unito

Cristina Marziali 28/11/2022
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In tutta Europa resta acceso il dibattito sul gioco d’azzardo. I governi continuano a interrogarsi circa il modo migliore di normare e controllare un comparto che presenta dei risvolti problematici, soprattutto il rischio di infiltrazioni illegali e lo sviluppo di dipendenze tra i cittadini. Al tempo stesso è anche un settore che porta notevoli entrate nelle casse statali, a seguito delle tassazioni. Quindi il sottile equilibrio che si deve trovare è tra la tutela dei giocatori e la necessità di non imporre pastoie troppo rigide agli operatori.

Il dibattito è aperto in Europa, dicevamo, ma non lo è di meno fuori dai confini europei. A seguito della Brexit il Regno Unito non è più parte dell’Unione Europea, ma si capisce come, di fatto, questo non significhi poi molto. Le problematiche da affrontare sono le stesse per quel che concerne il gambling, specie considerando il fatto che l’Inghilterra è un Paese in cui il gioco d’azzardo è molto diffuso. In questi mesi si sta affrontando la necessità di revisionare il Gambling Act, ovvero il corpus di leggi che si occupa di questa materia e che risale ormai a qualche anno fa. Le cose sono molto cambiate e le proposte per migliorare quanto già esiste in termini di norme e regole sono tante. Non tutte incontrano l’approvazione dei giocatori.

Il sondaggio YouGov

betting-gaming-council-logoIl Betting & Gaming Council (che d’ora in poi chiameremo in modo abbreviato BGC) è l’ente che nel Regno Unito rappresenta tutte le società che operano nell’industria dell’azzardo, e che quindi ha voce in capitolo anche relativamente alle decisioni prese in sede governativa. Di recente il BGC ha commissionato un sondaggio a YouGov, in cui si sono interrogati i cittadini britannici a proposito di alcune delle prime ipotesi che si stanno facendo circa la revisione del Gambling Act. Nello specifico un argomento che ha molto appassionato gli intervistati è quello relativo alle scommesse sportive.

Sembra infatti che tra le proposte papabili ci sia quella di imporre un tetto alle scommesse possibili, e addirittura l’idea di dare potere ai gestori delle scommesse sportive di verificare se il giocatore è in grado di coprire le spese delle proprie scommesse. Si può dire che entrambe le idee sono state bocciate se non all’unanimità, di certo da  una grande maggioranza. Il 67% degli intervistati ha affermato che la misura di imporre un tetto alle scommesse avrebbe un unico effetto: quello di incrementare i numeri del mercato nero. Una percentuale di poco inferiore, il 64%, ritiene che questo avrebbe come effetto collaterale anche l’aumento delle dipendenze e dei comportamenti problematici legati al gioco d’azzardo.

Ancora, ben il 70% degli intervistati, che sono stati selezionati tra coloro che sono soliti giocare alle scommesse sportive, dice che non autorizzerebbe gli operatori a controllare la sua affidabilità in termini di spesa. Insomma, un fallimento su tutta la linea per una serie di proposte che non sembrano migliorative rispetto al presente, ma addirittura peggiorative. Al momento, infatti, il problema maggiore del Regno Unito sembra proprio essere il mercato illegale del gioco d’azzardo, che è praticamente raddoppiato negli ultimi anni. Al contrario, le percentuali di giocatori problematici sono diminuite, ed erano piuttosto basse già in partenza.

Le parole di Michael Dugher

michael-dugher-BGCMichael Dugher è l’amministratore delegato di BGC e ha speso alcune parole sul sondaggio commissionato dall’ente che rappresenta, e sui motivi per cui è stato richiesto. Dugher ritiene che questo sia stato un atto dovuto nei confronti dei ministri e di tutti coloro che nelle prossime settimane saranno chiamati a presentare la revisione del Gambling Act. Prima di mettere mano ad una materia così delicata e spesso controversa, è infatti importante sapere che cosa pensa la gente, la vasta platea dei giocatori, e tenere conto di tali opinioni.

Dugher specifica che lui e il BGC sono a favore della revisione del Gambling Act, che appare necessaria alla luce dei grandi cambiamenti che hanno investito il mondo del gioco d’azzardo con l’avvento dell’online e del suo sempre più massiccio impiego. Ma sono soprattutto preoccupati di sincerarsi che le modifiche che verranno fatte sappiano rispettare il delicato equilibrio che deve sussistere tra tutela dei cittadini e sviluppo del settore.

Il problema del mercato nero del gioco d’azzardo, come detto, è molto sentito in Inghilterra e il rischio concreto che si corre è di aprire nuove strade affinché esso possa proliferare, e questo sarebbe un peccato visti i passi in avanti fatti invece per promuovere la legalità. Imporre delle normative che risultassero lesive della propria privacy, come i controlli sull’effettiva disponibilità alle scommesse, o lesive della libera scelta delle somme da giocare, non avrebbero altro effetto che spingere i giocatori a cercare altri lidi in cui potersi muovere liberamente e senza limiti. Il mercato illegale, appunto.

Dugher avanza un ultimo suggerimento, che è quello di non concentrarsi troppo su tutti coloro che scommettono. Come abbiamo detto, la percentuale di coloro che sviluppano atteggiamenti patologici è davvero molto bassa, ed è a questa percentuale che dovrebbero essere indirizzati gli sforzi del governo. La maggior parte dei giocatori, infatti, gioca in modo sano e moderato, rivolgendosi già a operatori legali che si preoccupano di controllare l’età e l’identità di chi gioca, e di aiutare i gamblers a tenere sotto controllo il volume di somme investite.

Conclusione

Le riflessioni sviluppatesi in Terra d’Albione devono naturalmente interessare anche il governo italiano. Ogni Paese è alle prese con la necessità di revisionare le normative sul gioco d’azzardo, e l’atteggiamento più saggio  consiste nel tenere conto di ogni possibile spunto che possa aiutare e prendere le decisioni più giuste. Il gioco illegale è un problema anche nel nostro Paese, ma molti progressi sono stati fatti grazie ai casinò online che offrono un ambiente di gioco protetto e tutelato.

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CMarziali / Cristina Marziali