L’EGBA lancia l’allarme sulla crescita del gioco d’azzardo illegale in Italia

Cristina Marziali 13/11/2023
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Più di una volta, anche in questi articoli, ci è capitato di parlare delle norme contenute nel Decreto Dignità del 2018 e dei suoi effetti sul mercato del gioco d’azzardo. Riassumendo brevemente, una delle misure previste che maggiormente hanno incontrato la resistenza delle realtà interessate e che più hanno suscitato polemiche (e continuano a farlo) è quella che riguarda la pubblicità al gioco d’azzardo. Nel Decreto la pubblicità e le sponsorizzazioni sono state rigorosamente vietate. Un divieto di tal fatta è praticamente un unicum all’interno di altre legislazioni nazionali di altri Paesi, e in molti ne hanno sottolineato gli effetti collaterali. Se con questo divieto si pensava di tutelare il pubblico dei giocatori dalla dipendenza dal gioco d’azzardo, mettendo al sicuro soprattutto le fasce più deboli della popolazione, in realtà, a distanza di tempo, le conseguenze che si possono notare sono ben altre, e affatto positive.

L’intervento dell’EGBA

egba-logoIl Decreto risale al 2018 e quasi subito tutti coloro che lavorano in prima persona nel mercato del gioco d’azzardo hanno trovato deleteria la misura contro pubblicità e sponsorizzazioni. Tra le molte criticità che si riscontravano, ce n’è una che oggi emerge con maggiore chiarezza, ed è la crescita esponenziale del gioco d’azzardo illegale. A sottolineare questo nesso è stato, di recente, l’EGBA. L’acronimo EGBA sta per European Gaming and Betting Association. Si tratta di un’associazione che riunisce sotto la sua egida alcune delle società e dei gruppi più importanti che operano nel mercato del gioco d’azzardo legale all’interno della Comunità Europea. Possiamo fare nomi come Entain, Flutter, Betsson, e molti altri dei colossi del settore. L’associazione nasce naturalmente per tutelare gli interessi di queste realtà, in collaborazione con gli enti pubblici, e riunisce società che rappresentano un terzo degli introiti lordi da gioco d’azzardo in Europa.

Si capisce quindi come l’EGBA sia molto attenta anche alle questioni normative che riguardano i Paesi in cui operano. L’ottobre scorso è stata pubblicata una nota, sottoscritta da Maarten Haijer, segretario generale dell’associazione, in cui si commentano alcuni dati riportati sulla Gazzetta dello Sport, dati che vengono visti con palese preoccupazione. Sono numeri che riguardano gli incassi lordi derivanti dal gioco d’azzardo, in cui si considera però anche il gioco d’azzardo illegale.

La crescita del gioco d’azzardo illegale in Italia e il nesso con il Decreto Dignità

Le cifre riportate dalla Gazzetta dello Sport sono piuttosto chiare. Si parla di 25 miliardi di spesa sul mercato del gioco d’azzardo illegale l’anno, il cui 75% è costituito da spese effettuate su siti web non autorizzati. Nel complesso si calcola un miliardo di euro di perdite l’anno per quel che riguarda invece il mercato regolamentato, cifra che si equipara alle entrate di 8 Paesi EU relativi però al gioco legale. Questi soldi vanno a finire in tasche che si collocano ben al di fuori della Comunità Europea, e sono la prova dell’esistenza di un enorme rischio per i consumatori che non godono di alcuna tutela giocando in questo modo. 

L’EGBA riconosce l’impegno profuso nella lotta all’illegalità dall’ente italiano preposto, vale a dire l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato: si pensi che solo nel 2023 sono stati bloccati circa 9.800 siti illegali, un numero impressionante anche se si considera l’espansione del mercato nero. Questi siti sono circa 200 in più rispetto all’anno precedente, dato che fa capire come il fenomeno non sia affatto in regressione, ma al contrario dimostra come si stia espandendo. La responsabilità di questo fenomeno viene identificata in modo preciso nel Decreto Dignità, in quanto si ritiene che sia solo la consapevolezza che può servire a tenere lontani i giocatori dai siti illegali e da realtà non autorizzate.

Le parole di Haijer

Il segretario dell’EGBA si esprime in modo molto chiaro e senza giri di parole. Sostiene che l’espansione del mercato nero del gioco d’azzardo in Italia sia preoccupante, ma non sorprendente, perché l’Italia è uno dei Paesi che adotta le norme più restrittive per le realtà autorizzate all’esercizio del gioco d’azzardo legale. Dice: “il divieto esistente di fare pubblicità imposto agli operatori legali sta chiaramente favorendo il mercato nero. Vista l’assenza di campagne pubblicitarie informative, gli italiani non hanno gli strumenti necessari per distinguere con chiarezza tra gli operatori che possiedono la licenza, e quindi applicano tutte le tutele necessarie, e quelli invece che ne sono sprovvisti.” La conclusione è che non basta reprimere il mercato nero, ma che sarebbe necessario rivedere le regole relative alla pubblicità in modo tale che i cittadini possano essere ben informati circa le caratteristiche che devono essere possedute dai siti legali.

Una norma controversa

Una volta di più, cioè, emergono perplessità profonde, ben motivate dai fatti, circa un divieto che era nato con uno scopo ma ne sta ottenendo uno molto diverso. D’altro canto, il mondo del gioco d’azzardo, specie quello online, è in continua evoluzione, e appare necessario che le norme evolvano e cambino di pari passo, nell’ottica di proteggere i giocatori e anche di non danneggiare gli operatori legali.

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CMarziali / Cristina Marziali