Come il Decreto Dignità ha favorito il gioco illegale: i pareri

Cristina Marziali 17/10/2023
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Non è la prima volta che si torna a parlare, in toni perlopiù piuttosto accesi, delle misure contenute nel Decreto Dignità relative al gioco d’azzardo. Con la dicitura “Decreto Dignità”, lo ricordiamo, si fa riferimento al Decreto legge 12 luglio 2018, n. 87, pubblicato sulla GU Serie Generale n.161 del 13-07-2018 ed entrato in vigore il 14 luglio, convertito con modificazioni dalla Legge 9 agosto 2018, n. 96, pubblicata sulla GU Serie Generale n.186 del 11-08-2018 ed entrata in vigore il 12 agosto. Tale decreto fu voluto e approvato dall’allora governo del Movimento 5 Stelle in Italia, e contiene una serie di provvedimenti che riguardano per lo più i lavoratori e le imprese. Tra le varie categorie considerate c’è anche il mondo del gioco d’azzardo, con una misura che ha fatto molto discutere e che riguarda il divieto di pubblicità e di sponsorizzazioni rivolto a chiunque si occupi di gambling o betting.

Le ultime polemiche

michele-criscitiello-sportitaliaIn passato si è sottolineato come tale divieto costituisca una penalizzazione per tutte quelle squadre sportive che militano nei campionati minori, che dalle sponsorizzazioni hanno sempre tratto linfa vitale. In questi giorni invece è emersa con forza un’altra criticità, se possibile ancora più drammatica, che riguarda il gioco d’azzardo illegale. Tutto scaturisce dalle recenti dichiarazioni di Fabrizio Corona che, prima sul suo sito e poi in televisione, ha dichiarato di voler fare nomi e cognomi di una serie di calciatori di serie A coinvolti nel cosiddetto “calcio scommesse”. Parliamo di un’inchiesta volta a scoprire chi ha scommesso, e probabilmente anche truccato le partite su cui ha scommesso, tra i giocatori di serie A, in quanto scommettere è a loro assolutamente proibito.

Dalle dichiarazioni di Corona sono nate tutta una serie di considerazioni che sono tornate a scoprire un altro calderone, che è quello dell’opportunità o meno di vietare la pubblicità alle società che fanno gioco d’azzardo. Il legame tra le due situazioni è stato evidenziato da Michele Criscitiello, che è il direttore di SportItalia, un importante canale web e video che si occupa del gioco del calcio. Nel suo editoriale di ieri Criscitiello ha mosso accuse ben precise e non equivocabili. Esprimendo la volontà di non dare giudizi sui singoli calciatori, e rammaricandosi del fenomeno della ludopatia, contestualmente scrive nero su bianco chi siano coloro che ritiene i veri responsabili.

“Primo errore è del Governo: il boom dei siti illegali, legati a scommesse e casinò, è dovuto alla follia dei 5 stelle che per vestirsi da paladini della giustizia hanno valorizzato la criminalità organizzata.”

Decreto Dignità e criminalità organizzata

Il nodo della questione, secondo Criscitiello e non solo, sta nel fatto che l’impossibilità di fare pubblicità al gioco d’azzardo ha portato ad una grande confusione, specie per quel che concerne il gioco online. Pubblicità è anche informazione affinché il pubblico possa riconoscere con chiarezza quali sono i siti legali e quali invece sono quelli da cui tenersi alla larga. Nello specifico, Criscitiello parla di siti .it e .com. Sono questi ultimi quelli più pericolosi, in quanto i primi possiedono sempre il numero di concessione ADM. Un sito legale, continua l’editoriale, pone dei limiti i gioco ai suoi iscritti e li controlla da vicino. Al contrario, un sito che si muove al difuori della legalità permette ai giovani calciatori di investire anche cifre da capogiro nel gioco d’azzardo, cifre che non potrebbero mai mettere in movimento se giocassero invece nell’alveo della legalità.

La chiosa è chiarissima: “Il decreto dignità ha colpito i siti che pagano tasse al Governo e ha fatto un assist clamoroso ai .com. Questa vicenda deve far riflettere il Governo Meloni, abolendo il decreto dignità, e facendo un controllo a tappeto su siti sportivi illegali, pirateria e controllo su quei .com che oggi sfociano nel riciclaggio.”

Il parere del professor Alemanno

andrea-alemanno-ipsosSe i toni di Criscitiello sono piuttosto sostenuti e veementi, più pacate ma non meno taglienti sono le opinioni espresse in un’intervista a Gazzetta.it da Andrea Alemanno, docente dell’Università Bicocca di Milano e portavoce di Ipsos Italia in materia di sostenibilità. Alemanno parla dati alla mano: si calcola che ci siano 4,4 milioni di giocatori che adoperano canali illegali, il che comporta una percentuale del 17% su 21 milioni di scommettitori. Questo si traduce in circa un miliardo di perdite per lo Stato, soldi che avrebbe potuto incassare come introiti fiscali. Alemanno analizza il fenomeno sostenendo che il Decreto Dignità, così come qualunque altro strumento legislativo che vada ad intervenire su materie tanto delicate e controverse, doveva essere aggiornato.

Alemanno torna anche sulla questione sponsorizzazioni, sottolineando la grave perdita che le società sportive più piccole hanno subito, ma pone soprattutto l’accento su un fatto culturale. Ricorda qualcosa che sembrerebbe essere ovvio, ma che spesso viene trascurato, e cioè che il gioco d’azzardo è un mercato che muove milioni di euro e interessa milioni di persone. Non ha quindi alcun senso cercare di castrarlo, perchè sarebbe più giusto e proficuo tentare di stilare un codice comportamentale coinvolgendo tutte le parti interessate. Ritiene altresì importante fare in modo che i giocatori possano riconoscere con chiarezza e senza equivoci i siti legali rispetto a quelli che non lo sono.

L’attuale Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha di recente ventilato l’ipotesi di voler “superare” il Decreto Dignità, che ormai ha evidentemente mostrato tutti i suoi limiti e che va necessariamente ricalibrato con i grandi cambiamenti che si sono prodotti nel frattempo nella società tutta, e a livello di gioco d’azzardo. Secondo il professor Alemanno, la formula magica sta nel dare maggiore possibilità di autocontrollo ai giocatori, allo stesso tempo reprimendo con ogni mezzo il gioco illegale.

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CMarziali / Cristina Marziali