Il potenziale della trasformazione digitale nel gioco pubblico: il rapporto I-Com

Ci sono due elementi che sono diventati di focale importanza nel dibattito intorno al gioco d’azzardo. Il primo, è capire che impatto ha avuto esattamente la pandemia di Covid-19 sulle abitudini dei giocatori. Il secondo riguarda invece le innovazioni tecnologiche e digitali, e la loro interazione con la fruizione delle varie forme di gioco d’azzardo, in particolar modo di gioco pubblico. Sono questi gli argomenti intorno ai quali ruota un interessante rapporto stilato da I-Com (Istituto per la Competitività). Il titolo della ricerca è “Il gioco pubblico alla sfida dell’innovazione. L’evoluzione dell’industria e il potenziale della trasformazione digitale”. I suoi contenuti sono stati analizzati pubblicamente insieme a IGT (International Game Technology), ad ulteriore riprova dell’interesse generale che rivestono. Andiamo anche noi ad enucleare alcuni dei concetti più importanti espressi in questo documento.

Partiamo dai dati

Partiamo dai dati, e in questo senso il documento parla molto chiaro. Il primo dato rilevante è la crescita costante che il gioco d’azzardo, considerato nel suo complesso, ha conosciuto nel corso degli ultimi quindici anni, che ha portato nel 2020 ad una raccolta di quasi 89 miliardi. Quello che si può evincere analizzando poi più nel dettaglio i due anni interessati dalla pandemia, ovvero il 2019 e, appunto, il 2020, è che c’è stato un calo sia nel gettito fiscale che nella raccolta. Il reddito lordo, da 19,4 miliardi del 2019, è sceso a 13 miliardi. Questo per quel che concerne l’Italia, ma il dato si ripropone quasi invariato in Europa: da 98,6 miliardi a 75,9 miliardi. Numeri che però non spaventano, in quanto vanno contestualizzati nella situazione emergenziale. I dati previsionali dicono viceversa che la crescita, che è già ripresa nel 2021, continuerà fino a raggiungere nel 2025 i 37,3 miliardi di euro di spesa nel solo settore online. Ed eccoci dunque giunti al cuore della questione: la propensione dei giocatori ad usare i sistemi virtuali in alternativa, o in sostituzione, a quelli fisici tradizionalmente usati un tempo.

Il gioco a distanza e la sua popolarità

Se, nel complesso, tra il 2019 e il 2020 c’è stato un calo negli introiti derivanti dal gioco d’azzardo, il dato in controtendenza è quello che riguarda tutto ciò che riguarda il gambling online, il quale invece ha conosciuto un notevole incremento. Anche questo è un fattore che si riscontra in tutta Europa, ma è più evidente in Italia per il semplice fatto che in precedenza noi ci trovavamo un passo indietro rispetto agli altri Paesi europei. Se dobbiamo dare ragione all’indice DESI (Digital Economy and Society Index), l’Italia si trova soltanto al 25° posto in Europa nella classifica dei Paesi più digitalizzati. La percentuale del gioco a distanza è più che raddoppiata, passando dal 10% del 2020 al 21% del 2021. In Europa, invece, il 2021 ha fatto registrare un lieve calo per via del fatto che poco alla volta i punti di gioco fisici hanno ricominciato a riaprire, e molti giocatori sono tornati alle metodologie classiche. Questo però non intacca se non in minima parte l’evoluzione del mercato virtuale, e di un suo specifico settore che è quello mobile. Secondo le statistiche europee, il gioco da dispositivi mobili è passato da una percentuale del 44,1% sulla spesa complessiva del gioco online nel 2019 al 47,7% nel 2021. Secondo le proiezioni, nel 2025 questa percentuale crescerà ancora fino a raggiungere il 58,2%. Di contro, continua a scendere la spesa sui dispositivi fissi.

Ulteriori approfondimenti nelle abitudini di gioco dei gamblers

Il documento I-Com continua usando le conclusioni raggiunte sulla base di alcune ricerche condotte dalla Luiss Business School con il contributo di Ipsos. Si analizza più nel dettaglio il modo in cui sono quindi cambiate le abitudini di gioco. Quello che si evince su una base di intervistati, usata come campione significativo, è che comunque il gioco online non viene inteso come sostitutivo del gioco fisico, ma come una sua valida alternativa. Un’alternativa da adottare non solo in caso di “necessità”, ma anche perché offre forme di fruizione diverse, e anche diverse possibilità di gioco a distanza. I giochi preferiti online sono le scommesse sportive (12%), il Gratta e Vinci (9%) e il Lotto (7%). A queste ricerche si affianca quella, interessantissima, condotta dal CNR di Pisa proprio durante il lockdown del 2020, da cui si capisce come comunque il gioco fisico non sia stato abbandonato del tutto, e anzi una percentuale quasi pari a chi scommetteva online lo faceva anche in tabaccheria o nelle ricevitorie.

Multicanalità, la chiave del successo

Le conclusioni che si possono trarre è che è necessario che tutto l’impianto normativo che riguarda il gioco d’azzardo in Italia debba essere rivisto alla luce di ciò che è emerso con maggiore chiarezza dalla raccolta dei dati. I giocatori ormai sanno usare benissimo i dispositivi tecnologici, amano giocare online e lo fanno in prevalenza dai dispositivi portatili come lo smartphone, che è un accessorio ormai imprescindibile per molti. Ciononostante, non hanno abbandonato le modalità più tradizionali del gioco d’azzardo: in Italia sembra infatti che i players siano legati in particolar modo alle Lotterie, che continuano a viaggiare attraverso i punti vendita fisici. Si pongono due problemi dal punto di vista normativo. Il primo è rendere sempre più sicuro l’ambiente virtuale, per non permette a siti illegali di truffare i giocatori che ancora sono un po’ ingenui da questo punto di vista. Il secondo è quello di creare una rete sempre più fitta e capillare di luoghi fisici di gioco, che però abbiano una ferrea regolamentazione che si muova sulla stregua dei decreti legislativi già messi a punto negli anni passati.

L’ultima, importante sfida per il nostro Paese è infine superare definitivamente il gap digitale che ci divide dal resto d’Europa per permettere al gambling online di esprimersi davvero in tutte le sue effettive potenzialità.